Quando Scegliere l’Affitto Transitorio

Tra le varie possibilità la legge prevede il contratto di affitto transitorio. In particolare, questo tipo di contratto è regolato dalla legge 431 del 1998, che ne prevede due tipi: quello ordinario, di cui possono usufruire tutti, e quello riservato agli studenti universitari. Entrambi, sono caratterizzati dalla durata limitata nel tempo e dal numero ristretto di luoghi dove può essere stipulato. Nel primo caso si parla di Roma, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Torino, Bari, Palermo, Catania e comuni limitrofi e di tutti i capoluoghi di Provincia, mentre nel secondo caso dei comuni che ospitano Università o corsi distaccati e i comuni confinanti, purché lo studente risieda altrove. Quali sono le altre caratteristiche di questo tipo di contratto? Ecco 5 buoni motivi per scegliere un affitto transitorio.

Il primo motivo è proprio la durata limitata nel tempo, che permette a chi ha necessità di affittare una casa per brevi periodi di farlo senza difficoltà. È il caso, per esempio, di chi si sposta temporaneamente per lavoro o per studiare, o di chi ha fretta di trasferirsi e ha bisogno di una situazione temporanea prima di trovare quella definitiva. Nel caso del contratto di affitto transitorio ordinario, il minimo di tempo è un mese e il massimo è diciotto mesi; nel caso del contratto universitario il minimo sono sei mesi e il massimo tre anni. Il contratto non si rinnova “tacitamente”, ma solo con un nuovo accordo tra le parti.

Il secondo motivo è che il costo dell’affitto è più basso di quello di mercato, perché è regolato su base territoriale e i proprietari di casa non possono aumentare i prezzi a piacimento. Per entrambi i tipi di contratti, infatti, è previsto un minimo e un massimo pagamento, che cambia in base alla zona in cui ci si vuole trasferire.

l terzo motivo è che anche la caparra da versare per entrare in casa è regolata per legge. In generale, quando si affitta casa è previsto il pagamento di alcune mensilità anticipate che verranno poi restituite alla fine del contratto, quando si lascia la casa.
Con questo tipo di contratto, sia ordinario che universitario, il proprietario non può chiedere più di tre affitti anticipati..

Il quarto motivo è che per i contratti transitori universitari viene ridotta anche la cosiddetta “imposta di registro”, una tassa sull’immobile che solitamente viene divisa a metà tra il proprietario e l’affittuario. Invece di pagare il 2% del canone annuale, si paga solo l’1,4, con un risparmio per entrambe le parti.

Il quinto motivo riguarda gli studenti universitari con un reddito basso. Per quelli infatti che hanno un reddito inferiore alla soglia stabilita in ogni comune, sono previste anche altre detrazioni fiscali, che permettono un ulteriore risparmio economico.

Torna in alto