Risulta essere noto, soprattutto agli agricoltori, come non sia pensabile di ottenere sempre ottimi risultati continuando a seminare o a piantare lo stesso vegetale nello stesso luogo per piu’ anni, e lo sapevano bene anche nell’antichita’ infatti quella di alternare le colture e’ una pratica che risale alla notte dei tempi.
La cosa che pero’ stupisce e’ che malgrado le conoscenze attuali, malgrado le tecniche agronomiche moderne questa pratica sia ancora valida e attuale.
Quindi il coltivare a piantare vegetali sempre nello stesso luogo per piu’ anni diventa un fattore limitante della produzione e della qualita’.
Non esiste una sola causa, o forse sarebbe bene dire che esistono piu’ cause alcune delle quali sconosciute, di sicuro se ne possono elencare tre: alimentari, fitopatologiche, e fitotossiche. Questi tre fattori, ma probabilmente ce ne sono anche altri, vanno col tempo a rendere il terreno in cui si trova una pianta sempre piu’ povero, tale fenomeno si definisce in gergo stanchezza del terreno.
E’ noto che ogni specie vegetale ha le sue esigenze in fatto di nutrimento, non solo per quanto riguarda i macroelementi ma anche e soprattutto per tutta la schiera di microelementi comunque indispensabili anche se in quantita’ ridottissime. Questo si traduce facilmente in una considerazione importante, ossia se ogni anno sullo stesso posto permane la stessa coltura col tempo, malgrado le costanti concimazioni, il terreno perdera’ alcuni di questi elementi tanto importanti, e la carenza di anche un solo elemento influenza l’assorbimento degli altri e quindi il regolare sviluppo della pianta.
Altro fattore importante sono i patogeni, che siano insetti o funghi sappiamo che alcuni di essi prediligono una particolare specie, e’ facile intuire che se per piu’ anni sullo stesso terreno insiste la stessa coltura nessun trattamento antiparassitario potra’ impedire ai specifici patogeni di riprodursi.
Infine non tutti sanno che ogni specie vegetale, con minore o maggiore influenza, rilascia nel terreno delle tossine, o come prodotto del proprio metabolismo o come frutto della decomposizione; queste tossine sono in grado di inibire lo sviluppo regolare di piante della stessa specie.
Forse queste considerazioni possono essere maggiormente importanti per le colture orticole, ma non e’ detto, infatti se tentate di ripiantare una rosa in un luogo che aveva precedentemente una pianta di rosa vi accorgerete che malgrado le amorevoli cure non dara’ i risultati sperati.
Quindi esistono due modi per aggirare questo ostacolo naturale, o cambiare la terra, cosa fattibile per piccole aiuole o per i vasi, oppure alternare le colture.
Dunque se cambiare il terreno destinato ad accogliere nuove piante e’ probonibile come soluzione nel caso si parli di vasi o di aiuole di piccole dimensioni e delimitate, negli altri casi non rimane che pianificare bene il proprio spazio provvedendo ad una alternanza delle specie coltivate.
Ma quali specie alternare a quelle che erano presenti? un modo sicuro di intervento e’ quello di scegliere piante molto diverse tra loro, sia botanicamente che dal punto di vista delle esigenze nutrizionali e colturali.
Le possibilita’ in fin dei conti sono molte l’importante e’ conoscere un po’ le piante con cui si deve avere a che fare, evitando quindi di alternare piante di una stessa specie o famiglia, o che comunque abbiano stesse esigenze nutrizionali, in questo senso forse puo’ sembrare un po’ piu’ complicato districarsi nelle scelte, in aiuto si possono seguire questi esempi: alternare specie fiorifere a specie da fogliame, specie annuali a specie pluriennali, specie con apparato radicale espanso a specie con radici fittonanti, specie arbustive a specie erbacee, ovviamente vale anche il viceversa.