Cosa Vedere a Barcellona in Sette Giorni

Di ritorno dal mio viaggio “on the road” estivo iniziato il 10 agosto con direzione Barcellona e con delle piccole fermate al ritorno tra Costa Brava e Costa Azzurra, non vedevo l’ora di scrivere della città spagnola che tanto mi aveva incuriosita. E quindi, ecco come ho riempito i miei giorni in compagnia del mio ragazzo Lorenzo, sperando che possa essere un po’ utile anche a chi sta pensando di andarci.

Giorno 1
Il primo giorno di un viaggio è sempre quello un po’ instabile, soggetto a cambiamenti di programmi, soprattutto se hai viaggiato in macchina per 12 ore ininterrotte.
Ed è un traguardo per me (anche se non guidavo), quindi ancora mi compiaccio di questa cosa, essendo una ragazza che in macchina ci dorme da Dio. Stare sul lato del passeggero trattenendo le palpebre aperte tutto il tempo non è impresa facile, credetemi.
A maggior ragione quando ancora è notte, un libro quindi non riesci a leggerlo e la batteria dell’iphone implora pietà. Ma ho trovato dei diversivi duettando e ballando e ho anche documentato il tutto che però resterà a me, per salvarmi da umiliazioni.
Ma venendo al punto, siamo arrivati in uno stato indecente, occhi rossi e gambe totalmente irrigidite, alla reception dell’hotel situato nella parallela della strada principale, La Rambla, alle 8:00 di mattina.
Appena arrivati ci viene comunicato che la camera sarebbe stata pronta per le 14:00 come concordato, e nonostante fossimo realmente degli zombie vaganti, data la vicinanza al “famoso” viale ci siamo incamminati verso La Rambla dopo aver parcheggiato la macchina.
Avevamo letto che sarebbe stato caotico, ma ovviamente alle 8:00 di mattina la quiete rapisce anche una città piena di movida come Barcellona, e quindi l’atmosfera era davvero piacevole; Si sentivano soltanto gli ambulanti che posizionavano le ultime cose nei loro stand, gli artisti di strada che finivano di prepararsi e i tintinnii delle tazzine che stavano ordinando i baristi sui tavolini dei numerosissimi locali.
Il sonno e la stanchezza rendevano il tutto ancora un po’ un sogno, quasi sembrava di entrare in punta di piedi per le vie di Barcellona, che ancora doveva svegliarsi con noi. Lì abbiamo potuto esplorare anche il famoso mercato alimentare della Bouqueria (fermata metropolitana “Liceau”).
Frutta, verdura, spezie e pesce; E’ un’immersione di colori e profumi dove ogni singolo banco è molto particolare e curato. L’ho trovato davvero adatto per la colazione o per una merenda che ti rinfresca con un frullato colorato a pochi euro.
Una volta scoccate le 14:00 siamo tornati in hotel e siamo saliti in camera ad ordinare le cose e riposarci. Per la sera abbiamo optato per una passeggiata tranquilla verso Plaza Espanya con in mano un bicchiere di sangria e la voglia di tornarci alla luce del sole.

Giorno 2
Dopo esserci a lungo riposati, la mattina del secondo giorno inizia con lo sfizio tolto a Lorenzo, andare allo stadio Camp Nou (Fermata metropolitana “Maria Cristina”, Linea Verde).
Immaginate quanto possa esserne elettrizzata una ragazza che ignora il mondo del calcio e, che le poche volte che ha provato a capirne alcune cose più approfondite ci ha rinunciato dopo pochi minuti tant’era inutile. Ma è pur sempre lo stadio più capiente di tutta Europa, ho pensato, ed è pur sempre un itinerario di coppia, andiamoci, nonostante il prezzo non molto basso (22 Euro). La struttura ospita un museo riguardante la squadra spagnola e tutto sommato è stato un percorso interessante ed arricchito da particolari multimediali.
E perché non approfittarne per scattare qualche foto?
Nel pomeriggio invece ci siamo diretti verso la zona nord di Barcellona, nel quartiere di Gràcia, con una meta di cui ero molto curiosa, dato che è tappa fissa di ogni turista: Il famoso Park Guell.
Siamo arrivati uscendo alla fermata della metropolitana “Lesseps” della linea verde e consiglio di trovare alternative come ad esempio un autobus, dato che la strada da fare successivamente alla metro è in salita e l’unico giorno di tutta la vacanza in cui c’erano 36 gradi era proprio quello.
Potete immaginare le condizioni: Non a caso lungo la camminata c’erano dei bar che minacciavano con cartelli appesi fuori con scritto qualcosa tipo “Troverai pochissimi bar sopra, fermati qui.”, e quindi l’istinto ti diceva di correre a rifornirti di acqua altrimenti non saresti sopravvissuto.
Entrare nel parco è stato immergersi in un luogo a parte, dove la creatività artistica di Antoni Gaudì regna sovrana e in cui sostare rapiti dalla tranquillità che trasmette il vasto giardino, nonostante sia pieno di visitatori.
E’ uno di quei posti in cui andrei a staccare la spina se lo avessi vicino casa, sono mischiati il verde della natura e l’architettura e quindi l’atmosfera è molto particolare e suggestiva, per non parlare della vetta della montagnola del parco che regala una vista splendida su tutta la città.
La sera invece, un po’ stanchi per la camminata, ci siamo limitati a passeggiare nelle zone intorno al nostro hotel, Paral.lel e Poble Sec.

Giorno 3
Come potevo non aver visto ancora la Sagrada Familia (Fermata della metropolitana “Sagrada Familia”, linea blu)?
La mattinata ha inizio dunque con questa basilica meravigliosa tuttora in costruzione, uno dei simboli della città, un imponente struttura.
Sono uscita dalla metro, mi sono voltata, e ritrovandomela di fronte sono rimasta senza fiato.
Successivamente abbiamo ripreso la metropolitana e siamo scesi a “Ciutadella Villa Olimpica” (Linea Gialla, L4). Girando a destra appena fuori dalla metropolitana e camminando circa 10 minuti verso le due torri gemelle ci siamo posizionati sulla sabbia della spiaggia Nova Icaria, considerata una delle spiagge più tranquille di Barcellona, e così si è rivelata.
Dopo qualche ora di relax tra sabbia, acqua e sole, abbiamo passeggiato sul lungomare e ho notato una piacevole particolarità: Infatti tra la spiaggia in cui eravamo e quella di Bogatell ho visto una serie di panche in pietra sulle quali sedersi, distendere le gambe e rilassarsi o leggersi un buon libro di fronte al rumore del mare.
La giornata è conclusa su La Rambla dove abbiamo trascorso la cena e il dopo-cena.
E’ davvero animatissima e non troppo raccomandabile poiché famosa per i numerosi furti serali e davvero fin troppo movimentata da persone, almeno all’apparenza, irrequiete, e dunque non molto tranquille.
Gli abitanti e le guide di viaggio hanno confermato che di notte questo lungo viale, cuore pulsante di Barcellona, subisce una trasformazione che obbliga a consigliare di non perdere mai di vista il portafoglio.

Giorno 4
Prime tappe del giovedì sono state Casa Batló e Casa Milà (Fermata della metropolitana “Passeig de Gràcia”, Linea Verde), altri due capolavori segnati dalle impronte di Gaudì.
Sono alcune delle opere più originali del celebre architetto, dichiarate patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco.
Passeggiare per l’elegante Passeig de Gràcia è un piacere, gli spagnoli lo ritengono il corrispondente degli Champs-Èlyseés di Parigi e anche se per me quest’ultimi sono imparagonabili, la sensazione nell’attraversarla è simile poiché ci ritroviamo circondati da negozi di grandi marche, catene internazionali e da locali e ristoranti di lusso.
Qui tutto è fotogenico, d’ispirazione; Non faccio in tempo a girare la testa mentre cammino che ho già altro da fotografare. Tant’è che rimango sempre indietro di qualche passo a Lorenzo, e le volte che gli sono vicina, si lamenta che non faccio altro che pestargli i piedi perché non guardo la strada. Con il naso all’insù ogni angolo è da osservare. È la volta del pranzo, del cibo vi parlerò molto presto, e ci siamo spostati verso Plaça Espanya in cima al centro commerciale Las Arenas, costruito all’interno della vecchia arena della città.
La vista dal ristorante ci preannunciava ciò che avremmo visto successivamente.
Infatti, una volta scesi, ci siamo incamminati verso Montjuïc, un promontorio che ospita varie attrazioni e che incanta con la sua imponenza e con il meraviglioso sfondo di Palau Nacional, palazzo che contiene la più grande collezione d’arte catalana al mondo.
Le fontane e i giardini arricchiscono la passeggiata in salita, e mi convincono fermamente che sia uno dei luoghi più incantevoli da non perdere a Barcellona.
Più tardi, il cielo si è oscurato preannunciando un po’ di pioggia e quindi abbiamo deciso che era arrivato il momento dello shopping al coperto. Abbiamo raggiunto la metropolitana più vicina per poi scendere a “Maria Cristina”, Linea 3:La stessa che portava allo stadio.
Mentre i tuoni iniziavano a farsi sentire, ci siamo intrufolati nel grande centro commerciale L’illa Diagonal situato in Avenida Diagonal che offre 170 negozi tra ristoranti, bar e marche internazionali accessibili ed economiche come Primark, Mango, Stradivarius, Zara..
Nonostante sia il tipo di ragazza che se entra al centro commerciale e deve scegliere tra passare del tempo in una libreria o in un negozio di scarpe sceglie tutta la vita di sfogliare e prendersi dei libri, piace tanto anche a me comprare vestiti e scegliere combinazioni ogni giorno, soprattutto se a basso prezzo. E quindi è inutile sottolineare che ero praticamente diventata una bambina al parco giochi e il nervosismo causato dal maltempo si è trasformato in due ore di pura spensieratezza. Per quanto riguarda la sera dopo cena, siamo tornati in hotel per addormentarci presto e svegliarci energici per una nuova giornata ricca di cose da fare.

Giorno 5
Siamo già giunti al venerdì, e la mattina alle 8:00 ci siamo diretti, prendendo la metropolitana (Fermata “Barceloneta”, linea 4), alla spiaggia della Barceloneta lunga oltre un km, una delle più grandi e più famose spiagge cittadine di Barcellona.
Il lungomare ospita un gran numero di chiringuitos, un casinò e i locali e le discoteche più frequentate che caratterizzano la vita notturna di Barcellona ed è inoltre spazioso e circondato da palme, l’ideale per skaters e pattinatori.
Siamo rimasti a tuffarci e rilassarci alcune ore, dopodiché verso le 15:00 abbiamo intrapreso una lunga passeggiata, proseguendo sul lungomare, tra bancarelle e attrazioni turistiche fino ad arrivare al Port Vell, dove c’è l’Aquarium.
La zona di questo porto vecchio l’ho trovata un luogo davvero piacevole: Le imbarcazioni che spiccano cullate dall’acqua, il sole che riflette sul mare e i gabbiani che si librano in volo creano un paesaggio da cartolina e un atmosfera rilassante.
Abbiamo continuato a camminare fino ad arrivare a Paral-el, dove avevamo l’hotel. Il tempo di salire, cambiarci e farci una doccia che siamo poi scesi di nuovo per la meta che è stata davvero la sorprendente scoperta di questo soggiorno: Il Tibidabo, il punto più alto di Barcellona.
Le guide che avevo letto non ne parlavano quasi per niente, ma per fortuna su instagram mi è stato consigliato fortemente e abbiamo deciso di andarci.
Per arrivarci è necessario seguire alcune piccole “istruzioni”: Da piazza Catalunya entrare nella metro e prendere la linea L7 che porta a salire su un treno, scendere dopo dieci minuti circa al capolinea (“Avinguda del Tibidabo”) per poi attraversare la strada e salire sulla “Tramvia Blau”, uno dei mezzi di trasporto più particolari di Barcellona.
Questa tranvia porta ai piedi della funicolare, ultimo mezzo da prendere per arrivare alla cima del monte Tibidabo, e una volta dentro ci si può godere di un magnifico paesaggio man mano che si sale. Una volta arrivata mi sono ritrovata davanti al parco giochi più antico della Spagna ( e il secondo più antico di tutta Europa) e ad un tempio imponente:Il tutto costruito di fronte ad un panorama indescrivibile.
“E’ il panorama più bello che abbia mai visto fin’ora nella mia vita”, ho pensato.
L’ho ripetuto ad alta voce, quasi come a volerlo rendere ufficiale, reale.
Sono rimasta letteralmente incantata, e le foto non rendono onore alla vista che mi ha davvero tolto il fiato.

Una delle poche volte in cui la parola “mozzafiato” l’ho capita a pieno, presa alla lettera e trasformata in sensazione.

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