Come Progettare il Sistema di Filtrazione della Piscina

Il tema del risparmio in piscina, o meglio in un impianto acquatico, risulta di fondamentale importanza per il progettista esperto, che deve saper valutare e conoscere tutti i fattori che concorrono a perseguire l’efficientamento di tutto il sistema piscina.

In questa guida voglio approfondire l’argomento della progettazione del sub sistema principale, costituito dall’impianto di circolazione, filtrazione e trattamento dell’acqua della piscina.
Come noto, infatti, gli impianti acquatici non sono tutti uguali, si distinguono per dimensioni, utilizzo, microclima, tipologia dell’acqua, utilizzo prevalente, ecc.
Prima di scegliere i componenti tecnologici più adatti, i sistemi di filtrazione e di trattamento(nel rispetto delle normative vigenti), il tecnico esperto deve saper valutare le peculiarità specifiche dell’impianto natatorio: i volumi di attività, le diverse pratiche che saranno ospitate in acqua, le tipologie di frequentatori, le classi di età, le caratteristiche dell’acqua, ecc..
Solo dopo precise valutazioni preliminari si potrà scegliere la tipologia di filtro più idonea, argomento relativamente al quale è possibile leggere questa guida sui filtri di Alessio Massi, che permetta una qualità dell’acqua migliore, riducendo l’apporto di prodotti chimici, oppure se integrare o meno il sistema di trattamento con altri, tipo i raggi ultravioletti oppure l’ozono.

Altri fattori che concorrono in modo determinante alla funzionalità, finalizzati a perseguire l’efficienza globale( energetica-gestionale e manutentiva) e derivanti da anni di sperimentazione con progettazioni specialistiche sono i seguenti
-già nella progettazione preliminare, tutta l’armatura degli spazi tecnologici deve essere disposta in modo logico e accessibile, tenendo conto delle ventilazioni, degli accessi manutentivi, della compartimentazione delle attività, ecc;
-i tracciati delle tubazioni idrauliche vanno studiati in modo razionale, sempre per caduta idraulica, evitando percorsi troppo lunghi e inutili, così da ridurre le perdite di carico idraulico e garantire l’ispezionabilità totale;
-le vasche di compenso sono da realizzare a ridosso delle vasche natatorie, con dispositivi di ispezionabilità, sistemi di monitoraggio esterni di controllo dei livelli di compenso;
-coibentare tutto l’involucro delle vasche, comprese quelle di compenso, adottando sistemi di impermeabilizzazione, con materiali igienicamente adatti e adeguati all’acqua clorata;
-progettare vasche, anche polifunzionali, con profondità ridotte, impiegando tracimazioni con sfioro continuo(dimensionate idraulicamente in conseguenza dei carichi bagnanti), studiando e simulando sistemi di circolazione adatti in rapporto ad altri dispositivi idraulici presenti in acqua(giochi, idromassaggi, ecc.), evitando muretti e zone che possanoostacolare o ridurre la circolazione.

Di seguito riporto alcuni suggerimenti sulla progettazione dell’impianto di trattamento dell’acqua.
L’accurata progettazione dell’impianto di trattamento dell’acqua della piscina ha, come finalità principale, il mantenimento delle caratteristiche igieniche indispensabili alla balneazione, ma deve, nel contempo, tener conto degli elementi che permettano al gestore di effettuare in modo efficiente la manutenzione e che contengano i consumi di acqua di rinnovo ed energia.

Per entrare nel merito, vediamo alcuni esempi pratici di come una progettazione efficiente e la scelta di tecnologie più adeguate possa avere ricadute positive per contenere i costi, sia da un punto di vista manutentivo, sia energetico che di consumi d’acqua
-Progettare la vasca di compenso di facile accesso, evitando il limite degli “spazi confinanti” e con un adeguata aerazione, ne facilita la manutenzione e la pulizia. E’ sufficiente valutare le procedure di sicurezza nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinanti(Art. 3 D.P.R. 14 settembre 2011, n. 177) per valutare come una oculata scelta progettuale abbia una ricaduta in termini principalmente di sicurezza, ma anche di risparmio.
-Il ciclo di filtrazione, per tutte le tipologie di filtro, è determinato da un intasamento, cioè da un aumento della perdita di carico. Man mano che il filtro “si sporca” aumenta la sua perdita di carico e di conseguenza si riduce la portata di ricircolo. Per garantire la portata con elettropompe tradizionali, come si deve la norma UNI 10637, bisogna dimensionarle riferendosi al 50% della differenza di perdita di carico tra filtro pulito e da sottoporre a lavaggio. La scelta progettuale di elettropompe a portata variabile permette di ottimizzare i consumi nella fase di filtro pulito, garantendone la portata di progetto durante tutto il ciclo di filtrazione.
-Le molteplici attività svolte all’interno delle piscine hanno portato a un sensibile aumento dei frequentatori. La conseguenza naturale, in talune vasche, è un apprezzabile incremento della carica organica in vasca che, con la necessaria disinfezione, comporta la formazione di clorammine con la conseguente necessità di significativi ricambi d’acqua calda e chimicamente condizionata. Nella recente revisione della norma UNI 10637 sono stati classificati al punto 5.5.4.2.2 gli impianti di generazione di raggi ultravioletti a media pressione al fine della riduzione del cloro combinato nell’acqua di vasca. Questa scelta, fatta in fase progettuale, permette dei sensibili risparmi.

Seguendo queste indicazioni è possibile progettare un sistema di filtrazione efficace.

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